IL BOWIE


IL BOWIE
Difficile definire la tipologia di questo coltello.
Tutti sappiamo come è nato e che la sua storia sia legata ai combattimenti di James Bowie. Il coltello però non nasce con una tipologia ben chiara.
Cosa contraddistinguono un bowie?
Sicuramente un coltello a lama fissa di generose dimensioni e buono spessore.
Nella storia troviamo bowie con e senza guardia, quindi non può essere questa una caratteristica peculiare di questa tipologia di coltello.
Neppure il manico ha caratteristiche che possono individuare chiaramente il bowie. Molti bowie, hanno impugnatura tipica (coffin).
Quì un eseempio di questa tipologia di manico:

Questa è una caratteristica abbastanza peculiare, sembra che la forma di questa impugnatura ricordasse proprio l’ utilizzo di questa lama che in periodi storici rientra tra le armi da combattimento.
Sicuramente per l’ utilizzo che ne è stato fatto, il bowie può essere annoverato tra i coltelli fighter, non tanto per le caratteristiche specifiche ma per l’ utilizzo a cui era spesso destinato.
Difficile e forse impossibile definire un bowie (se non a grandi linee) anche perché negli anni il bowie si è modificato molto a seconda dei maker che l’ hanno creato, apportando modifiche tecniche o di abbellimento, spesso influenzate dalle culture etniche dei forgiatori.
In  molti Bowie si nota l’ influenza spagnola, in particolare con la forma della lama della navaja.
Indicativamente possiamo dire che la lama ha una lunghezza dagli 8 ai 12 pollici; in passato il dorso lama aveva un rivestimento con metalli teneri (spesso rame o ottone). Le motivazioni non sono univoche, c’è chi sostiene che questa servisse per ingaggiare la lama avversaria durante i combattimenti e chi invece ne parla come elemento di protezione per l’ acciaio ( a volte scadente che veniva utilizzato per la costruzione dei coltelli) onde evitare la rottura dell’ acciaio durante i colpi violenti del combattimento.
Possiamo comunque con discreta precisione dire che il coltello Bowie nacque nel 1930, quando Jim Bowie portò una sagoma di legno del coltello che voleva farsi realizzare al fabbro James Black.
Il fabbro realizzo un coltello uguale alla sagoma ed uno simile ma con controfilo e questi era affilato. Sembra che Bowie, quando andò a ritirare  il coltello, messo di fronte alla scelta dei due pezzi, decise di prendere la versione modificata da Black.
La tipologia di bowie con un pronunciato falso controfilo ebbe il suo splendore alla fine dell’1800. Venne chiamato Sheffield Bowie poichè queste lame venivano fatte in Inghilterra e poi importate per grande richiesta negli Stati Uniti.
Sheffield bowie

Il coltello Bowie ha trovato la sua massima popolarità nel sud-ovest verso la metà del 19 ° secolo. Qui  vennero create  numerose scuole di combattimento di coltello per insegnare agli studenti l’arte del combattimento con il modello coltello Bowie.
Una lama simile al Bowie per dimensioni era l’ Arkansas toothpick. Era una daga simmetrica con dimensioni generose (anche oltre i 12 pollici).
Un esempio:

e quì vicino ad un bowie

Nell’ evoluzione del bowie, troviamo forme più inclini all’ uso della caccia nel periodo del 1900.
Nella fine del 1900 compaiono i primi bowie con seghettatura sul dorso; coltelli pensati per il survival (poi tutti sappiamo come i films di Rambo diedero una grossa spinta nell’apertura del bowie verso questa tipologia di uso).

quì di seguito alcuni bowie storici, altri ne aggiungerò in seguito

James Bowie

Una lama appuntita come un ago,
affilata da potersi radere,
abbastanza larga per cuocerci un uovo.

Queste erano le caratteristiche secondo James Bowie che doveva avere un coltello.
Il suo coltello è entrato nella storia. Il Bowie è IL coltello!

James Bowie nacque nella Contea di Logan (Kentucky), 10 aprile 1796.
Pur essendo nato nel Kentucky, Bowie trascorse la maggior parte della sua infanzia in Louisiana, nella contea oggi conosciuta come Catahoula Parish.
Durante la sua giovinezza, il ragazzo si dedicò alla caccia ed alla pesca e leggende popolari tramandano fosse capace di catturare con il laccio gli alligatori, di addomesticare i cavalli selvaggi e di catturare gli orsi.
James assieme al fratello Rezin Jr. si impegnarono nella compagnia della milizia nazionale della Luisiana del Col. Colman Martin per combattere i soldati del Regno Unito a New Orleans.
Finita la guerra Bowie e suo fratello si diressero verso la costa del Texas e si incontrarono con il pirata francese Jean Lafitte per comprare e vendere schiavi illegalmente. Il governo statunitense aveva trasformato in legge nel 1808 il bando alla importazione degli schiavi negli stati Uniti. James e Rezin Jr. si arricchirono grazie alle numerose attività commerciali (anche poco lecite) cui si dedicarono, accumulando $65,000, una somma considerevole a quel tempo.
Dopo aver concluso l’ attività di importazione illegale di schiavi, Bowie si diede alla altrettanto illegale speculazione terriera.
Insomma Bowie non era proprio un galantuomo …..
Durante il periodo precedente la Rivoluzione Texana, Bowie visse innumerevoli tipi di avventure, inclusa la sua famosa ricerca delle miniere argentifere di San Saba (Texas), ricerca che si concluse in modo infruttuoso. In questo periodo partecipò a molte battaglie distinguendosi per il suo ardente temperamento. Rezin Bowie gli fece dono del leggendario Bowie Knife,[2] un grosso coltello, lungo circa ventisette centimetri e largo cinque.
La prima manifestazione pubblica di coraggio, divenuta famosa, fu durante una rissa vicino a Natchez, Mississippi, nel 19 settembre 1827 dove alcune persone morirono e lui stesso rimase ferito. Questa rissa, fu originata da un duello tra Samuel Levi Wells II e Dott. Thomas Maddox. I due uomini si spararono l’un l’altro senza colpirsi. Uno spettatore, Alexander Crain, colpì un altro spettatore, Samuel Cuny. Bowie allora sparò a Crain ma lo mancò. Un banchiere del luogo, Norris Wright sparò colpendo Bowie nella parte bassa del petto. Si narra che Bowie, ignorando la ferita, abbia rincorso Wright con il suo famoso coltello. Durante la schermaglia, molte persone attaccarono Bowie con i loro coltelli, ma Bowie, con la sua lunga lama, li colpì a sua volta. Fu qui che si guadagnò la sua reputazione di gran combattente col pugnale e il suo lungo coltello divenne famoso come formidabile arma. Uomini di tutto il Texas cominciarono a commissionare ai fabbri di realizzare per loro coltelli come quello di Bowie.

Nota: Qui ho trovato una incongruenza storica. Si parla del 1827 dove Bowie nella rissa uccide con il suo coltello,mentre nella storia di James Black, il forgiatore che creò il suo coltello si dice che questo venne forgiato nel 1830. Ovviamente queste nozioni tramandate verbalmente, possono aver subito nel tempo modifiche nel riporto della cronologia.
Bowie sposò Maria de Veramendi (figlia del Governatore delle province del Texas) nel 1831 e si stabilì a San Antonio. Nel settembre 1833, mentre Bowie, sofferente di febbre gialla era lontano, a Natchez, Ursula Bowie e il loro figlio (oltre agli stessi genitori), morirono durante una epidemia di colera. Dopo questo fatto, si narra che Bowie si diede all’alcool.
Al tempo in cui fu ucciso nella Battaglia di Alamo il 6 marzo 1836 all’età di 39 anni, Bowie era ammalato in stadio avanzato di tubercolosi.

Kalle Keränen

Posto questo articolo pervenutomi da Federico Buldrini

Grazie

 

Kalle Keränen

 

                                                                                         adattamento da un articolo di Taisto Kuortti                                              

                                                 un ringraziamento speciale a Pasi Hurttila per l’aiuto nella traduzione


Si era attorno al 1870 e vicino a Hyrynsalmi, nella regione di Kainuu, abitava Kalle Keränen (1844-1912) un giovane fabbro autodidatta a cui era giunta notizia che a Fiskars era arrivato un metallurgo dall’Inghilterra per insegnare rudimenti di forgiatura e a temprare in olio. In quel periodo la Finlandia stava attraversando un periodo di carestia, così Kalle decise di andare a sud per imparare nuove cose e cercare maggior fortuna. Perparò il proprio zaino e si mise in viaggio a piedi. Lo aspettavano circa 730 km di marcia

A portare in Finlandia il concetto di tempra in olio fu probabilmente Edward Hill, altro metallurgo e insegnante a Fiskars.

Kalle divenne il pupillo di Thomas Woodward, con lui perfezionò ulteriormente la sua tecnica di forgiatura e sperimentò la tempra in olio. Tre anni nel chiassoso sud erano più che sufficineti per il Nostro che decise quindi di tornare nelle sue foreste e alla sua fucina.


Kalle cominciò a forgiare regolarmente coltelli dopo il suo ritorno da Fiskars e diede la propria interpretazione allo stile regionale di Kainuu. Questo era un puukko semplice con manico monolitico da 11 cm, lama da 10 cm con sezione rombica e punta leggermente uncinata. Tuttavia quest’ultima particolarità fu poi abbandonata a favore di un dorso completamente piano. Kalle chiamò il coltello in onore del proprio maestro: da Thomas, Tommi.

 

I suoi coltelli divennerò dei buoni utensili ed ebbero grande successo grazie all’eccellente qualità della lama. I suoi coltelli divennero famosi anche fuori dalla sua provincia e altri fabbri cominciarono a forgiarne seguendo il suo stile. Non si sa tuttavia con precisione quando il coltello acquisì totalmente il suo aspetto tecnico ed estetico ora riconosciuto canonico.

I suoi coltelli ebbero sempre più successo e si cominciò a chiamarlo Tommi. Col passare del tempo il fabbro divenne semplicemente Tommi, forgiava buoni coltelli per i clienti ed era un buon compagno di bevute.

 

Dopo la sua morte il figlio Setti continuò il lavoro del padre ed introdusse i modelli di dimensioni maggiori che avrebberò avuto poi una parte importante durante la Guerra d’Inverno e la lotta per l’indipendenza della Finlandia dal dominio russo. I Tommi di grandi dimensioni sarebbero stati usati come spade corte in scontri corpo a corpo e come dono di congedo per i graduati.


Il Tommi è l’unico puukko finlandese ad aver sviluppato una propria tradizione così definita ed ad essere tanto famoso fuori dai confini finlandesi..

 

L’ottavo presidente finalndese Urho Kekkonen, cacciatore per passione era solito tenerne uno in un cassetto della propria scrivania e più volte uso questi coltelli come regalo per altri capi di stato.

 

Oggi la tradizione è tenuta viva da altri forgiatori come Mauri Heikkinen, Jukka Hankala e Pentti Kaartinen.

 

Il Karambit

Il Karambit (pronunciato Kah-rahm-bit) è un coltello multiuso degno di nota che è nato nell’arcipelago indonesiano con radici in Malesia e nelle Filippine.
Il Karambit viene anche denominato Bima Kuku (letteralmente “l’artiglio del Bima”), una divinità induista spesso raffigurata con una piccola lama che protendeva dalle dita serrate del suo pugno.
Come spesso succede, la forma del karambit riprende le armi della natura, l’ uomo cerca di dotarsi di artigli e denti cercando di copiare gli animali predatori.
Il Karambit è  il tentativo di dare all’uomo il Kuku Macan –L’artiglio della Tigre-. Da sempre animale tenuto e rispettato dalle popolazioni locali, negli artigli della tigre si è trovata l’ispirazione per ottenere la forma definitiva del Karambit.
Il Karambit nasce intorno all’ 11 secolo ed originariamente era di dimensioni notevoli, utilizzato come  attrezzo per la vita rurale di tutti i giorni.
In seguito venne usato come arma nelle battaglie.


Un karambit a doppia lama, evita così il cambio di impugnatura dritta e reverse.

Nell’ evoluzione del karambit, si vede coma la curvatura della lama da meno accentuata per i lavori rurali diventa acquista una curva della lma più marcata nella trasformazione di arma di difesa/offesa.
Inizialmente mantenne grandi dimensioni (Karambit Besar); spesso il suo bordo tagliente veniva intriso di veleni per rendere più letale la sua azione, e la sua forma ricurva prediligeva tecniche dirette a tagliare i vasi sanguigni più grossi e a recidere i tendini di braccia e gambe. Col tempo questa lama venne sempre più rimpicciolita per renderla sempre più maneggevole e flessibile nell’impiego, fino a raggiungere le dimensioni del Karambit “attuale” che lo identificano immediatamente come arma del patrimonio tradizionale indonesiano.
Spesso i combattenti ne avevano uno al fianco da usare nei combattimenti ravvicinati.
Sembra che venisse spesso usato dalle donne come arma di difesa in quanto facilmente occultabile tra i capelli o mascherato come fermaglio.
Spesso associato a tecniche di arti marziali (Pencak Silat, Bersilat e Kali) diventa un arma dalle alte potenzialità offensive.

Il karambit, lasciato il ruolo di attrezzo rurale (simile ad un falcetto, e per la raccolta di ortaggi e riso) diventa così una lama atta al combattimento.
Storicamente si dice che soldati in Indonesia erano armati con un kris alla loro vita e una lancia nelle loro mani, mentre il karambit veniva usato come ultima risorsa, quando le altre armi del combattente erano state  perse in battaglia.
Si parla di piccoli karambit indirizzati prettamente per la difesa, in quanto le dimensioni della loro lama non sono adatte ad infliggere lesioni mortali;

karambit di dimensioni più generose entrano nella categoria dei karmbit da offesa.
Ormai queste distinzioni sono meramente accademiche, con l’ avvento delle armi da fuoco, le armi da taglio molto raramente vengono considerate tali.
Il karambit ad oggi risulta prettamente come arma sportiva, da usare negli addestramenti in alcune arti marziali. Ancora oggi, comunque, anche se a scopo sportivo, le tecniche con il karambit si basano sul colpire l’ avversario sui punti più sensibili del corpo, in modo da neutralizzare l’ avversario. Tendini, vasi, articolazioni e testicoli sono le parti che più spesso vengono indicate come punti di attacco con tale lame.
La forma del manico con l’ anello permette sia presa semplice che rovesciata garantendo una difficile disarmabilità. In più nella prese semplice, con la mano chiusa a pugno la lama resta diritta davanti l’ avversario creando una sorta di “pugno armato”.
In questo video si vede chiaramente cosa intendo con “Colpire con un pugno armato”.
Come si può notare la posizione del polso è in linea con l’ avambraccio creando un corpo molto più stabile e quindi di maggior forza nel momento dell’ impatto.
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=fs_Z1YV6Irk[/youtube]
Il karambit nasce come lama fissa; solo negli ultimi decenni sono stati creati alcuni karambit folder.
Qualcuno afferma che i primi Karambit siano apparsi sul suolo americano alla fine del 1800, ma le prime testimonianze certe si hanno negli anni ’50 tra le comunità americane di emigranti filippini ed indonesiani. Tra il 1970 ed i primi anni ’90 praticanti delle Arti Marziali del Sud-Est Asiatico iniziano a diffondere le tecniche di combattimento che coinvolgono questa particolare lama.

Alcuni link dei karambit moderni più famosi

Emerson

Derespina

Tecniche di combattimento

negli ultimi anni alla ricerca di forme particolari sono nate anche grandissime vaccate come il KARAMBASAURUS REX (e non scherzo)
cosa 400 dollari…..

andatevelo a vedere che merita…

Jimmy Lile

Allestì il suo laboratorio negli anni 50 in Arizzona  a Russellville. Capace di fare tutte le tipologie di coltelli Jimmy era attratto in particolar modo dai coltelli di tipo survival.
Negli anni 60 comincia a produrre diversi modelli survival, diventando il pioniere di questa tipologia di coltello che riscosse da subito una ottimi consensi in particolare nel settore militare.
Quando cominciarono le riprese dell film Rambo, la produzione volle trovare un arma unica per il personaggio; un coltello che potesse essere al contempo utile per il combattimento e per il survival.
Venne segnalato il talento di Lile e così gli fu commissionato un coltello con design unico in questo genere, da poter dare a Rambo come oggetto indispensabile per le sue azioni.
Questa nuova collaborazione da il via ad un nuovo rapporto tra cinema e maker. Infatti molti altri film si troveranno coltelli progettati espressamente per una determinata pellicola.
Jack Crain (Predator, Commando, Demolition man ecc..) Jil Hibbens (I successivi Rambo…)solo per fare i nomi più importanti
L’ uscita del film Rambo è un successo oltre che per il film stesso anche per una nuova tipologia di coltello.

Entra così in produzione il coltello di Lile dal nome che è tutto  un programma…  “First blood”. Il coltello verrà presentato poi anche al presidente degli USA Ronald Reagan.

Lile è famoso anche per un suo folder “Gentleman Lile” con il quale ha brevettato un sistema di blocco (button lock).
Quì riporto lo schema del blocco:


Lile è un esempio di come una mente geniale possa influire nel futuro di una tipologia di mercato,
di come sia riuscito ad aprire un nuovo rapporto knifemaker/cinema.
Di come un sistema di chiusura apertura brevettato possa influenzare le ditte produttrici anche nelle generazioni a venire.

Favola Cherokee

“Nonno, perché gli uomini combattono?”
Il vecchio, gli occhi rivolti al sole calante, al giorno che stava perdendo la sua battaglia con la notte, parlò con voce calma.
“Ogni uomo, prima o poi, è chiamato a farlo. Per ogni uomo c’è sempre una battaglia che aspetta di essere combattuta, da vincere o da perdere. Perché lo scontro più feroce è quello che avviene fra i due lupi.”
“Quali lupi, nonno?”
“Quelli che ogni uomo porta dentro di sé.”
Il bambino non riusciva a capire. Attese che il nonno rompesse l’attimo di silenzio che aveva lasciato cadere fra loro, forse per accendere la sua curiosità. Infine, il vecchio che aveva dentro di sé la saggezza del tempo riprese con il suo tono calmo.
“Ci sono due lupi in ognuno di noi. Uno è cattivo e vive di odio, gelosia, invidia, risentimento, falso orgoglio, bugie, egoismo.”
Il vecchio fece di nuovo una pausa, questa volta per dargli modo di capire quello che aveva appena detto.
“E l’altro?”
“L’altro è il lupo buono. Vive di pace, amore, speranza, generosità, compassione, umiltà e fede.”
Il bambino rimase a pensare un istante a quello che il nonno gli aveva appena raccontato. Poi diede voce alla sua curiosità ed al suo pensiero.
“E quale lupo vince?”
Il vecchio Cherokee si girò a guardarlo e rispose con occhi puliti.
“Quello che nutri di più.”

(Favola Cherokee)

Ulu il coltello degli Inuit

Ulu. (pronuncia  oo-loo)
In alcuni dialetti viene chiamato uluk
E’ un utensile da taglio estremamente versatile realizzato dagli indigeni dell’Alaska (popolazioni Yupik e Inuit.) oltre cinquemila anni fa.
Sono stati ritrovati ulu risalenti al 2500 a.c. Gli ulu venivano tramandati di generazione in generazione. I popoli artici ritenevano che la conoscenza di un antenato era contenuta all’interno del Ulu e quindi poteva essere trasmessa con il passaggio dell’ oggetto.
Il coltello è stato usato (ed ancora oggi) principalmente dalle donne eschimesi per la decorticazione e la pulitura di pesce, pulitura e scuoio degli animali, taglio dei capelli, preparazione del cibo e taglio e sbozzo dei blocchi di ghiaccio per costruire gli igloo. Ha svolto un ruolo importante nella sopravvivenza dei popoli artici. Le lame in origine erano fatte in ardesia.  Il manico in osso, avorio o legno. I manici venivano  spesso incisi con disegni o segni distintivi del creatore del coltello.
Ancora oggi gli eschimesi continuano ad usare l’ Ulu  come strumento principale per il taglio.
La sua caratteristica principale si basa sul fatto che il centro di forza è concentrato direttamente sopra il centro della lama, questo permette di esercitare una maggior forza diretta verso il basso e quindi sulla lama. Si ha così una lama più vantaggiosa per il taglio su pressione.
Oggi potrebbe essere usato da noi per il taglio in cucina pizza, formaggi ecc…
Un Ulu ha dimensioni medie di 5 cm di lama. Ci sono piccoli ulu usati per il taglio delle pelli (foche caribù ecc..) ed ha solo 2 cm di lama. Esistono poi ulu molto più grandi (anche 15 cm di lama che vengono usati per usi più generici e per la sbozzatura dei blocchi di ghiaccio.
Vi sono varie forme a seconda dei popoli che li hanno sviluppati negli anni, alcuni a forma di semiluna, altri addirittura con forma quasi triangolare (come nelle aree occidentali del Canada)
L’ ulu può essere usato con movimento a dondolo oppure per pressione.

Spesso le lame con lama perpendicolare al manico (tipo push dagger) sono vietate dalle leggi di molti paesi. Il Canada pur condividendo questa legge fa eccezione per gli ulu e li ritiene in regola con le normative vigenti.

L’ ulu (chiamato anche coltello delle donne) ha una forma che oltre ad una funzionalità riveste anche nel passato una simbologia. La mezzaluna, la fecondità e quindi la donna.

 

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=SBBlt_kmyiE&feature=player_embedded[/youtube]

Bill Moran

Il patrimonio culturale iniziato con James Black e Bill Scagel continua con Bill Moran.
William F. Moran (Bill Moran) nasce il 1 maggio 1925 e muore il 12 febbario 2006.
Fondatore della American Bladesmith Society, è stato anche presidente dell’ associazione Knifemakers’ Guild.
Moran nasce in una fattoria nei pressi di Lime Kiln, nel Maryland nel 1925. Qui  impara il mestiere di fabbro come autodidatta  utilizzando una vecchia fucina a carbone che  trova nella fattoria in cui vive.
Fece il suo primo coltello all’età di 12, a 14 anni già faceva coltelli per essere venduti.
Impara da solo l’ arte del coltellinaio forgiatore. Va a vedere anche il lavoro di molti fabbri della zona, anche se poi in un intervista nel 2003 con The Washington Post, Moran dirà che tutto quello che gli venne consigliato dai vari fabbri conosciuti era sbagliato per la creazione di un coltello.

Nel 1950 pubblicò un catalogo e tramite questo vendeva le sue lame forgiate.
Nel 1960 vende la fattoria di famiglia e apre la sua attività professionale di maker.

Bill lavora con una forgia a carbone e modella le sue lame con incudine e martello. Già nel 1950 le sue lame andavano a ruba e difficilmente aveva lame disponibili per essere vendute. Spesso la lista di attesa era lunga ed era una dura lotta  potersi accaparrarsi un coltello di Moran.
Negli anni 60 riuscì a riportare in auge la tecnica del damasco, le sue lame di damasco forgiato ebbero enorme successo.
Si sposò con Margaret Creager nel 1968. Non ha avuto figli.
Nel 1972 divenne presidente della Knifemakers’ Guild e l’ anno successivo  creò degli opuscoli illustrativi sulla tecnica della lama forgiata. Questi venivano consegnati con i coltelli che vendeva. In questo modo poteva illustrare la tecnica usata. E’ questo un suo grande merito: aver mantenuto vivo l’ interesse per i coltelli forgiati ed avere mantenuto viva la cultura della forgiatura, che in quegli anni stava scomparendo.
Oggi si parla comunemente di damasco e dei vari patterns (ritorto ecc…);  questo non sarebbe possibile se alcune decine di anni fa Moran non avesse recuperato tali tecniche, oggi comunemente conosciute nell’ ambito della coltelleria.
Riguardo al damasco artigianale Moran una volta scrisse: “I disegni del damasco artigianale sono diversi e individuali come le impronte umane. Ognuno ha un carattere e un’anima sua propria. ”

Nel 1976 fondò la American Society Bladesmith (ABS). Questa associazione si differenziava dalla Guild perché formata  da un gruppo di coltellinai che si prodigò nel preservare i coltelli e le tecniche di forgiatura. A questa associazione va tuttora il merito di aver divulgato e mantenuto in vita le tecniche tradizionali di forgiatura. L’organizzazione ad oggi è cresciuta fino a includere coltellinai e appassionati provenienti da tutto il mondo.
Oltre la sua importante influenza sul mantenimento della cultura dei coltelli forgiati e sullo sviluppo dei patterns di damasco, i coltelli di Bill vennero riconosciuti come modelli di interesse anche per alcune ditte:
Spyderco fece un coltello su suo disegno.
Così diversi modelli Blackjack erano ispirati ai suoi lavori.
Altri ripresero i disegni di Moran (Emerson e  Paul Chen).

Nel 1988, Moran, assieme  alll’ABS fondano una scuola Bladesmithing  in collaborazione con Texarkana College. Il campus si trova a Washington, Arkansas vicino al luogo dove James Black, ha fatto il primo coltello Bowie. Dal 1988 al 2001, Moran insegna nella scuola. Attualmente questa è stata rinominata con il suo nome. Moltissimi coltellinai di fama mondiale impararono qui.
Nel 2008  l’ ABS creò un museo Moran,  collocato al  Frederick County Library a Middletown, nel Maryland, a meno di un chilometro dal punto in cui sorgeva negozio di Moran.
Moran morì di cancro il 12 febbraio 2006 al Frederick Memorial Hospital.
Moran usava per i manici dei suoi coltelli prevalentemente legni e spesso erano abbelliti con degli inlay con un filo di argento che creava dei motivi decorativi, degli intarsi particolari. Lui riprese questi motivi dai vecchi fucili storicamente presenti in Maryland e Pennsylvania.
Foto
Altro punto di forza dei suoi coltelli era la tempra differenziata che donava una buona resistenza al filo associata d una maggior elasticità del dorso della lama
Dopo la sua morte un suo bowie venne venduto all’ asta a 30.000 dollari
Per volontà di Moran, dopo la morte, le sue attrezzature vennero donate  alla

Frederick County Landmarks Foundation

Bo Randall

Walter Doane “Bo” Randall
Meglio conosciuto come Bo Randall (1909 – 1989).
E’ stato il fondatore della Randall presso Orlando-Florida.
Nacque a Cincinnati nel 1909; con la famiglia nel 1916 si trasferi ad Orlando  (Florida).
In gioventù lavora con i suoi genitori in una piantagione di agrumi.
Come avevo già accennato nella storia di Scagel, nel 1937 Bo vide un coltello di Scagel che veniva usato per raschiare la vernice delle barche in un cantiere nei presi di un lago. Ne rimase molto colpito perché il coltello di Bill aveva una tenuta di filo incredibile rispetto a quelli visti fino ad ora.
Randall acquistato il coltello e negli anni che seguirono Scagel divenne un mentore per Randall, influenzando molti dei suoi disegni.
Colpito da questa scoperta, Randall va a conoscere Scagel e chi chiede come riusciva a fare coltelli così performanti.
Nel corso degli anni Bo farà spesso visita a  Scagel e con lui tenne anche una lunga corrispondenza Il cellulare lassù non pigliava…).
Bo diventò il suo “allievo” per quanto riguarda knifemaking.
Randall forgiò il suo primo coltello da una balestra di un’automobile nel suo garage a Lake Ivanhoe, Florida e lo manicò con un manico di cervo; nacque così il suo primo coltello da caccia. Era una caratteristica di Randall, quello di usare un suo coltello e poi successivamente, una volta testato venderlo ad uno dei suoi amici. Questa fu una sua caratteristicha che si ripetè spesso negli anni della sua vita.
Nel 1938 apre la sua piccola fabbrica di coltelli.
Sempre sotto l’ ispirazione dei disegni di Scagel crea coltelli principalmente per uso venatorio ed outdoor.
Siamo nel periodo della seconda guerra mondiale, e alcuni incontri con soldati fanno virare l’ attenzione della tipologia dei coltelli di Randall, verso la tipologia Fighter militare.
Nasce così il mitico N.1 ed a seguire molti altri modelli fighter.
Tra  il 1942 ed il 45 Randall produce oltre 4000 coltelli. Addirittura 1058 coltelli vengono fatti fare in subappalto da una ditta di Springfield tanta era la richiesta.
Intono al 1950 sempre alla ricerca di modelli fighter Randall rivisita e mette in produzione il modello Bowie.
Successivamente il marchio Randall viene legato alle truppe militari nel Vietnam.
Più volte il il generale William Westmoreland, comandante delle operazioni militari americane in Vietnam, è stato  fotografato con un Randall al suo finaco o in mano(pubblicità o realta..? mah…)
Nella storia di Randall non si può dimenticare il modello Astro, costruito appositamente per la Nasa.
Gli Stati Uniti avviano il loro programma spaziale, la NASA ha bisogno di un coltello di sopravvivenza per i suoi astronauti, e il maggiore Gordon Cooper collabora con Randall sul design del modello 17 “Astro”.
Nel 1999, viene recuperata alla profondità di oltre 4000 metri, la capsula spaziale Mercury.
All’ interno viene trovato un Astro  che ha resistito per 40 anni alle profondità marine (deh, mica in laguna….).
Il coltello risulta ancora in buone condizioni e dopo essere stato ripulito ora è esposto al museo dell’ arte moderna di New York (Smithsonian Institution) assieme a molti altri modelli Randall.
Dopo la morte di Bo (1989), la società passa di mano al figlio che tutt’ora  la gestisce.

Una cosa non conosciuta da tanti è riferita alla forgiatura dei coltelli Randall.
La forgiatura viene fatta con uno stampo che imprime la forma della lama in modo da evitare una martellatura esagerata che potrebbe portare ad una perdita di elementi inficiando così le qualità dell’ acciaio.
La costruzione di un coltello Randall si basa su 17 step. La realizzazione completa ha un tempo di circa 8 ore. I tempi di attesa si attestano sui 5 anni!

quì sul mio blog potete vedere tutti e 28  i modelli Randall
https://www.mimportaunasegapuntozeb.com/test-gallery/coltelli-dal-mondo/randall/modelli-randall/

Libri:
Randall Military Models by Robert E Hunt  (tutti i modelli militari e la loro storia)

The Randall Chronicles by Pete Hamilton  (la soria dei Randal e le sequenze fotografiche della costruzione)